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Blockchain – We'll change the world

Non c’è solo BITCOIN…

Non solo Bitcoin: gli ambiti applicativi della Blockchain in Italia

La Blockchain non è soltanto Bitcoin. La moneta virtuale è infatti solo una delle sue possibili applicazioni. Priva di gestione centralizzata, infatti, la Blockchain permette di inviare qualsiasi dato in maniera sicura, tagliando drasticamente la catena degli intermediari, e permettendo quindi uno scambio di dati sicuro tra due persone e basta, senza dover utilizzare mezzi di terze parti quali ad esempio un provider di posta elettronica, oppure un servizio di Cloud Computing esterno.

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Il ruolo importante del Finance e la crescita del “Non Finance”
World Economic Forum
Si è parlato molto di Blockchain anche in occasione del World Economic Forum (Forum economico mondiale) e sono molti gli investitori che stanno puntando ad altri investimenti in ambito Blockchain, e quindi dagli investimenti iniziali che ci sono stati soltanto nella nuova valuta e in nuovi sistemi di pagamento, si passa finalmente a nuovi investimenti, in settori nuovi e diversi tra loro.

PWC
In una analisi realizzata da PWC nel 2018 con il coinvolgimento di  600 executive di 15 Paesi diversi, Italia inclusa, rappresentata da 46 rispondenti, è emerso che  l’84 per cento dei rispondenti è coinvolto. In particolare, il 20% ancora è impegnato a livello  ricerca, il 32% in fase di sviluppo, il 10% lavora a progetti pilota, il 15% è con la blockchain in produzione mentre il 7% dichiara di avere  progetti avviati, ma per qualche ragione poi bloccati. Solo il 14% non ha alcun coinvolgimento, attivo o previsto sulla blockchain.

Deloitte

Secondo Deloitte sono stati investiti oltre 1 miliardo di dollari nella Blockchain, in oltre 120 startup collegate alla Blockchain, di cui oltre la metà di questi soldi sono stati investiti soltanto nel 2016 una conferma importante è poi arrivata nel corso del 2017 e dall’impegno e dagli investimenti di tante imprese nell’orizzonte temporale 2020.

Vediamo quindi quali sono i principali tra i nuovi ambiti applicativi della Blockchain in Italia e nel mondo.

1) Blockchain in Finanza e Banche

La Finanza e l’Economia sono sicuramente tra i settori presi più di mira dagli investitori in relazione alla Blockchain. Infatti, non essendoci intermediari a gestire le transazioni, la Blockchain abbatterebbe i costi delle commissioni delle banche, permettendo risparmi, velocità e affidabilità delle transazioni.

Diventa quindi fondamentale investire in questa nuova tecnologia per banche e istituti finanziari, che cercano di accaparrarsi una fetta abbastanza grande di questo nuovo mercato, che rivela già da subito innumerevoli possibilità e opportunità.

Su blockchain4innovation.it è disponibile la sezione dedicata alla Blockchain in Banche e Finanza, che offre una visione più ampia e un focus di approfondimento sul tema delle banche e della finanza in generale e su come questo mercato si stia evolvendo con un occhio di riguardo alla nuova tecnologia della Blockchain.

2) Blockchain nelle Assicurazioni

Inoltre, come evidenzia uno studio condotto da Ernst Young, c’è un’ottima possibilità di utilizzo anche per la Blockchain nel settore assicurativo (Assicurazioni). Alcuni modi attraverso i quali la Blockchain può aiutare le assicurazioni sono:

L’accesso a transazioni sicure e decentralizzate, che fornisce una base solida per prevenire le frodi, per garantire una maggiore governance, per avere dati e reportistiche migliori. Grazie alla Blockchain, inoltre, le assicurazioni possono avere notifiche aggiornate e accurate in relazione ai cambiamenti, e ciò permette loro di migliorare la gestione del rischio e massimizzare le opportunità di capitali e fondi, oltre alla possibilità di adottare strategie di Big Data, che sono molto utili per ottenere informazioni sicure sui propri clienti, sulle loro priorità e preferenze, oltre che eventuali ulteriori informazioni prese da terze parti.

Da un punto di vista tecnico, gli assicuratori vedono nella Blockchain un’opportunità per integrare un ecosistema di terze parti affinché riducano i costi delle loro piattaforme di gestione, migliorando allo stesso tempo l’esperienza utente (customer experience) e la quota di mercato, e sviluppando nuove soluzioni e opportunità.

A livello di mercato, inoltre, gli assicuratori hanno opportunità nella governance delle loro aziende, attraverso un accesso ai dati migliorato, controlli di terze parti e sistemi più sofisticati di gestione del rischio, associati ai loro prodotti e servizi, come ad esempio le assicurazioni cibernetiche.

3) Blockchain nei Pagamenti digitali

Anche per quanto riguarda i Pagamenti digitali ci sono grandi opportunità per la Blockchain. Ovviamente ci sono ancora molti problemi che vanno affrontati, come ad esempio il tempo di elaborazione di una transazione, che è ancora molto lento considerando le necessità di un mercato e un mondo che vanno sempre più veloce.

Anche le performance del sistema andrebbero migliorate, per poter essere meglio assorbite dai pagamenti digitali, e allo stesso modo indicazioni normative chiare e un’analisi più attenta di minacce e opportunità sono le sfide della Blockchain nel settore dei pagamenti digitali. Nonostante queste sfide, comunque, esistono tantissime opportunità per questa nuova tecnologia applicata ai pagamenti digitali, e probabilmente molto presto avremmo i primi riscontri dal mercato.

4) Blockchain nell’Agrifood

Nell’Agrifood la blockchain trova un ulteriore ottimo “alleato”. Alcune delle caratteristiche applicative della blockchain nell’Agrifood sono la tracciabilità, la trasparenza, di chi vuole “raccontare la storia” del proprio cibo, utilizzando la blockchain per garantire affidabilità. Altre aziende già oggi vogliono tracciare container e trasporti degli alimenti e del cibo in generale utilizzando la Blockchain.

In conclusione, i benefici della blockchain nell’Agrifood sono molteplici, e dalla decentralizzazione, al controllo condiviso, all’immutabilità e preservazione delle informazioni, ci sono sicuramente molte applicazioni per la blockchain in ambito Agrifood.

In particolare i benefici della blockchain appaiono particolarmente importanti per l’industria di trasformazione e per tutte le attività e gli sviluppi legati alla certificazione alimentare. La blockchain consente di creare delle filiere aperte in cui tutti gli attori: produttori di materie prime, imprese che si occupano di logistica e trasporti, imprese che operano sulle materie prime a vari livelli di trasformazione, aziende che lavorano su packaging e marketinge . infine il retail possono conferire dati e informazioni e controllare, con la massima trasparenza, i dati di tutti gli altri attori.

E i dati relativi a ciascun prodotto possono essere messi a beneficio del consumatore finale. La blockchain in questo modo permette di creare delle filiere più aperte, più efficienti e più sicure.

5) Blockchain nell’Industry 4.0

Anche nel manifatturiero la Blockchain può essere un valido alleato. Grazie alla Blockchain nell’Industry 4.0, infatti, è possibile sfruttare la logica decentralizzata della Blockchain per produrre tecnologie in grado di supportare al meglio la produzione, logistica e Supply Chain, così come altre aree “core” dell’azienda. Inoltre, grazie alla Blockchain, è possibile preservare il dato e la sicurezza del dato stesso, garantendo quindi sicurezza e affidabilità a tutto il processo della filiera produttiva e di distribuzione.

La Blockchain permette di disporre di soluzioni in particolare per le industrie di trasformazione, per la gestione della logistica di prodotto interna ed esterna e per la gestione dei rapporti di filiera. In particolare sono state sviluppate soluzioni che permettono di portare la logica del “Trust” che è ampiamente utilizzata nell’ambito dei pagamenti digitali anche nell’ambito delle transazioni che hanno come oggetto “pacchetti” di dati che rappresentano la identità di determinati prodotti e delle loro logiche di produzione.

In questi casi è necessario disporre della massima affidabilità in termini di gestione dell’identità e dell’affidabilità. In questo caso la Blockchain può rappresentare una eccellente soluzione per implementare le logiche dell’Industria 4.0 a livello distrettuale e di filiera.

6) Blockchain nell’IoT

Anche nell’Internet delle Cose la Blockchain trova una grande utilità: grazie alla sua facilità di scambio dati, infatti, la tecnologia Blockchain potrebbe essere utilizzata per facilitare la comunicazione tra oggetti IoT connessi, oltre a rendere lo scambio di dati più sicuro e veloce. La blockchain è poi utilizzata come piattaforma per soluzioni che hanno lo scopo di gestire l’identità delle cose.

Grazie alla corretta identificazione di questa identità è possibile dare vita a soluzioni di certificazione delle filiere basate anche sui dati che arrivano dalle cose (IoT) e lavorare alla certificazione di supply chain. Uno degli esempi più significativi è quello della food supply chain.

Ma perché è così importante la riconoscibilità – sicura – degli oggetti e dunque i temi dell’identity management nell’Internet of things? Oggi è importante rendere sempre più sicuro il riconoscimento end-to-end di oggetti virtuali o fisici, perché è con questi oggetti che si concretizza l’intermediazione delle persone stesse nelle transazioni.

Sono cioè gli oggetti che in definitiva gestiscono le transazioni. Noi oggi grazie a user ID e password o all’utilizzo di speciali certificati siamo in grado di identificare le persone, ma le persone si “fanno identificare” grazie a degli oggetti. In determinati casi – sempre più frequenti – ci sono ogetti che hanno bisogno di farsi identificare senza che dietro ci siano delle persone. Dunque se, grazie alla blockchain, si riescono a identificare gli oggetti avremmo un nuovo strumento di identificazione, più sicuro, anche per le persone.

7) Blockchain nella Sanità

Per quanto riguarda Blockchain e Sanità, gestire i dati medici dei pazienti attraverso un sistema condiviso, permetterebbe ai medici di condividere informazioni sui pazienti in maniera sicura e veloce, e quindi aiuterebbe molto la medicina e la sanità a migliorare il servizio fatto ai pazienti, con la possibilità di avere sotto controllo l’intera cartella clinica di un paziente, e quindi di conoscere in anticipo la storia del paziente, in modo da somministrare cure migliori e in tempi più rapidi.

La blockchain consente di dare vita a una organizzazione che realizza la vera centralità del paziente insieme al coordinamento intelligente di tutte le azioni mediche che lo interessano. Considerando che i servizi sanitari sono erogati da strutture diverse con “storie” digitali molto diverse la blockchain può aiutare a dare vita a un coordinamento intelligente di tutte le azioni grazie a una rivisitazione della gestione, dell’interoperabilità tra strutture e informazioni eterogenee.

Le tecnologie blockchain, per loro natura possono contribuire a dare risposte nuove in termini di interoperabilità progressiva fra sistemi informativi sanitari nazionali. La blockchain è anche una risposta in termini di compliance normativa (Gdpr, Nis Directive) in scenari complessi che devono gestire la presenza e la interazione tra sistemi sanitari interregionali, tra soggetti privati come possono essere i laboratori di analisi, le strutture della sanità privata o anche le assicurazioni.

La blockchain apre nuovi scenari per “migliorare le procedure di auditing, per la sicurezza, per ridurre i possibili attacchi, per la gestione dei dati dei pazienti per sviluppare nuove modalità di autenticazione. Non ultimo il tema degli Smart Contract” che possono velocizzare le procedure di controllo e i meccanismi operativi delle strutture ospedaliere e possono, unitamente ai servizi di data management, portare importantissime efficienze a livello di gestione documentale sicura.

Non va dimenticato che nel mondo sanitario c’è il grandissimo tema della moltitudine delle fonti. Non esiste ad esempio un registro unico nazionale per quanto riguarda le prescrizioni terapeutiche farmacologiche, ma si devono coordinare più sorgenti, spesso frammentate fra loro. la gestione documentale sicura, decentralizzata e “immutabile” può dare risposte nuove in termini di velocità di accesso ai dati che servono nel momento in cui servono.

8) Blockchain nella Pubblica Amministrazione

Anche la Blockchain nella Pubblica Amministrazione trova ambiti di applicazione. La Blockchain potrebbe infatti ad esempio aiutare la Pubblica Amministrazione e i cittadini ad avere una vera identità digitale, condivisa e implementata in questo sistema, con diversi vantaggi tra cui: rendere più difficile l’evasione fiscale, avere un controllo maggiore dei cittadini e quindi combattere la criminalità, servizi semplificati in tutti i settori della Pubblica Amministrazione (invio di dati semplificato), e molto altro.

9) Blockchain nel Retail

La Blockchain sembra essere un modello interessante da utilizzare nei negozi e nel Retail: con la Blockchain infatti gli attuali metodi di pagamento in negozio potrebbero essere estesi alla Bitcoin, permettendo quindi ai clienti pagamenti molto più rapidi, oltre che più economici. Garantendo pagamenti più veloci ed economici, e quindi più convenienti, può essere offerto un servizio migliore al cliente, che quindi potrebbe dare un vantaggio competitivo agli store che decideranno per primi di abilitare queste nuove tecnologie nei loro punti vendita.

10) Blockchain nella musica

La gestione del copyright è da sempre uno dei temi più controversi e complessi nell’ambito del mercato discografico. Un mercato questo che prima e più di altri ha vissuto una vera e propria trasformazione dettata dal digitale. Si può anzi dire che si tratta di un mercato che di trasformazioni ne ha vissute ben più di una e dove il tema della remunerazione di tutti gli attori della filiera è stato da sempre a dir poco complicato.

Lo scambio di brani musicali o la loro diffusione su larga scala, in assenza di una corretta remunerazione per gli autori e per chi, come arrangiatori e musicisti, contribuivano alla realizzazione del prodotto musicale, ha fatto discutere e ha visto tentativi di ogni tipo. Grazie alla blockchain, agli smart contract e all’iniziativa di diverse startup è oggi possibile automatizzare la remunerazione, in quota parte, della filiera di autori e contributori ai rani musicali, a ogni nostra scelta d’acquisto. Il punto determinante resta racchiuso in quest’ultima parola: scelta d’acquisto. Si deve trattare di una transazione, ovvero dell’acquisto di un brano o della sottoscrizione di un servizio.

11) Blockchain e Smart Grid

La “smart grid” porta il concetto di “rete intelligente” nell’ambito dell’energia elettrica. Siamo abituati da sempre a utilizzare, come consumatori, l’energia elettrica. Non siamo certamente abituati a vivere questa dimensione come produttori, anche se sempre più spesso ci troviamo o possiamo trovarci ad esserlo. La rete elettrica non è un rapporto univoco dal produttore al cliente ma conta una molteplicità di possibilità a partire dal cittadino che produce mette a disposizione sulla rete la propria energia.

Ma l’energia va prodotta quando serve o va utilizzata nel momento in cui se ne dispone in eccesso. In altre parole serve una gestione intelligente della produzione e dei consumi. Le Smart Grid utilizzano piattaforma di analytics e di scambio per gestire nel modo più preciso possibile consumi e produzione e naturalmente per ridurre al massimo gli sprechi.

La blockchain può svolgere un ruolo molto importante per la gestione delle transazioni in ingresso e in uscita con una modalità che permette di rendere più “democratica” la rete elettrica, ovvero una modalità che permette di gestire anche gli scambi tra coloro che hanno energia in eccesso e coloro che hanno necessità urgenti.

La società di ricerca Markets and Markets prevede una crescita del 78% nel 2018 nell’uso della blockchain per il mercato energy ma soprattutto prevede uno sviluppo del comparto che dovrebbe portare il rapporto blockchain – energia a generare un volume di business di oltre 7 miliardi di dollari nel 2023 a fronte di un volume che è nel 2017 era di poco inferiore ai 400 milioni di dollari. Tra le voci più importanti che sosterranno questa domanda la gestione dei pagamenti, gli Smart Contract, la gestione del pricing.

Da alternativa alla finanza tradizionale ad alleato delle banche

La tecnologia Blockchain invece un futuro ce l’ha eccome. In occasione degli eventi internazionali organizzati sul tema in questi mesi, a Londra (25-26 gennaio), San Francisco (10 febbraio) e Johannesburg (3-4 marzo), siederanno allo stesso tavolo colossi dell’IT – come IBM e SAP – e sviluppatori indipendenti, rivolgendosi a una platea internazionale composta prevalentemente da istituti finanziari e di credito.

L’interesse delle banche, del resto, non è più un segreto da tempo. Goldman Sachs ha dichiarato che la Blockchain è destinata a rivoluzionare il settore, mentre Barclays e USB hanno pubblicamente ammesso che potrebbero utilizzare la tecnologia su diversi ambiti operativi, dalle rimesse di pagamento alla contrattualistica. Bank of England ha fatto sapere di aver creato una serie di team di sviluppo all’interno della propria organizzazione. A settembre è invece nato R3, un consorzio privato istituti finanziari interessati al potenziale della Blockchain. A dicembre c’è stato un nuovo giro di adesioni, che ha visto l’ingresso di BMO Financial Group, Danske Bank, Intesa Sanpaolo, Natixis, Nomura, Northern Trust, OP Financial Group, Banco Santander,Scotiabank, Sumitomo Mitsui Banking Corporation, U.S. Bancorp e Westpac Banking Corporation. Oggi sono in tutto 42 gli istituti che hanno aderito alla federazione. Intanto in Italia anche il più grande istituto di credito, Unicredit, considera la Blockchain una delle priorità di investimento digitale del 2016 e del 2017.

Ma c’è anche chi è già passato dalle parole ai fatti: Bank of America ha depositato presso lo U.S. Patents and Trademark Office (USPTO) 15 brevetti correlati alla Blockchain e dovrebbe depositarne altri venti proprio in questi giorni. Stando a quanto reso pubblico dall’USPTO, i brevetti di Bank of America puntano a realizzare sistemi di identificazione dei rischi legati alle criptovalute e di allerta su utenti sospetti.

Ovviamente non manca il rovescio della medaglia. Se da una parte le banche sono attratte dalla possibilità di attivare transazioni più economiche e sicure, dall’altra l’idea che chi partecipa al network possa vedere in tempo reale i dati che circolano attraverso i nodi raffredda non poco gli entusiasmi di chi non vuole che i propri flussi transazionali diventino di dominio pubblico. È necessario, quindi, garantire che ciascun utente abbia le credenziali per vedere esclusivamente le operazioni che lo riguardano.

Si tratta di uno dei temi più dibattuti alla Blockchain Conference di Londra: insieme a quelli della regolamentazione e complessità degli strumenti di data protection da adottare sul piano della giurisdizione internazionale, è stato indicato come una delle questioni più delicate per la diffusione della tecnologia.

Gli altri possibili ambiti applicativi, dalla PA alle imprese

Ma non sono solo le banche a considerare la Blockchain una leva strategica di sviluppo. Se molti osservatori si dicono convinti che anche le pratiche della Pubblica Amministrazione e addirittura anagrafiche e documenti d’identità potranno essere gestiti sfruttando i sistemi di controllo distribuiti offerti dalla Blockchain (applicabili persino alle attività di notariato o alla gestione delle proprietà intellettuali), si comincia a valutare l’impatto positivo della tecnologia pure sulle imprese private.

Sempre a Londra si è discusso dell’utilità della Blockchain per semplificare i processi di business, diminuendo i costi e aumentando l’efficienza dei reparti finance. Si prevede un primo inserimento nei flussi interni, creando gruppi di utenti con specifici livelli di accesso, mantenendo trasparenti tutte le operazioni e agevolando le attività analitiche grazie alla rapidità e omogeneità dai dati trasmessi.

Il passo successivo? L’implementazione nei business network, con l’automazione dei processi di procurement attraverso sistemi di notifica real time,il monitoraggio costante e condiviso degli asset disponibili per la vendita e l’acquisto e, di nuovo, la generazione di precise, graduali barriere all’ingresso per la partecipazione all’interscambio. Sarebbe un salto quantico. Ma la capacità di adattamento che hanno dimostrato i business rafforzati dalla digital disruption fa ben sperare.

Molto però può dipendere anche dalla volontà dei vendor tecnologici di comprendere prima, abbracciare poi e infine implementare nella propria offerta la logica della Blockchain.

C’è chi ci sta già pensando. Ma la partita è interdisciplinare, oltre che internazionale, e oltre a sviluppare soluzioni tecniche che rispondano a problemi concreti – e ancora insoluti -, occorre anche un’importante opera di informazione e sensibilizzazione per coinvolgere istituzioni e associazioni nella definizione di adeguati impianti regolatori.

Blockchain, standard e istituzioni

Imprese, organizzazioni e soprattutto Pubbliche Amministrazioni nel momento in cui devono affrontare processi di analisi e di “decisione” in merito alla valutazione e all’adozione di tecnologie innovative come appunto la blockchain, indirizzano le loro ricerche su tre grandi ambiti informativi:

    • la possibilità di accedere a case history documentate che possano fornire un orientamento in merito ai risultati di esperienze concrete.
    • la disponibilità di standard condivisi o, laddove questi non siano ancora disponibili, la visibilità rispetto ai gruppi di lavoro, ai tavoli di discussione di profilo internazionale che lavorano su questi tematiche
    • la conoscenza dei professionali, degli skill o dei percorsi e degli attori sul piano della formazione che sono nella condizione di mettere a disposizione figure dotate di appropriate competenze

Altre forme di blockchain: EthereumChe cos’è Ethereum

Ethereum è una piattaforma di tipo computazionale che viene “remunerata” attraverso scambi basati su una cryptocurrency calcolata in Ether. È una piattaforma che può essere adottata da tutti coloro che desiderano entrare a far parte della Rete e che in questo modo avranno a disposizione una soluzione che consente a tutti i partecipanti di disporre di un archivio immutabile e condiviso di tutte le operazioni attuate nel corso del tempo e che nello stesso tempo è concepita per non poter essere fermata, bloccata o censurata.
Ethereum potrebbe essere presentato come il più grande computer condiviso che è in grado di erogare una enorme potenza disponibile ovunque e per sempre. Dunque con Ethereum si passa dal concetto di Distributed Database a Distributed Computing.

Ethereum è progettata per essere adattabile e flessibile e per creare facilmente nuove applicazioni. Ethereum è cioè una Programmable blockchain che non si limita a mettere a disposizione “operation” predefinite e standardizzate, ma permette agli utenti di creare le proprie “operation”. Di fatto è una Blockchain platform che permette di dare vita a diverse tipologie di applicazioni Blockchain decentralizzate non necessariamente limitate alle sole cryptocurrency.

Ether: la moneta di scambio di Ethereum

L’uso delle risorse computazionali di Ethereum è remunerato con una speciale “moneta virtuale” denominata Ether che rappresenta essa stessa sia la potenza elaborativa necessaria per produrre i contratti sia la cryptovaluta che permette di “pagare” per la realizzazione dei contratti. Ether è fondamentalmente e concretamente un token che viene trattato come cryptocurrency exchange con il ticker symbol di ETC.

Ethereum conta poi su un Internal Transaction Pricing Mechanism denominato Gas che ha lo scopo di ottimizzare le risorse della rete, di prevenire lo spam e di allocare le risorse in modo proporzionato e corretto in funzione delle richieste.

Ethereum Virtual Machine EVM: il “motore” di Ethereum

Ethereum è un sistema “Turing complete” che permette agli sviluppatori di creare applicazioni che girano sulla EVM utilizzando linguaggi di programmazione che fanno a loro volta riferimento a piattaforme tradizionali come JavaScript e Python.

Il motore di Ethereum è rappresentato dalla Ethereum Virtual Machine (EVM) che rappresenta di fatto l’ambiente di runtime per lo sviluppo e la gestione di Smart Contract in Ethereum. EVM opera in modo protetto, ovvero risulta completamente separato dalla Rete. Il codice gestito dalla Virtual Machine non ha accesso alla Rete e gli stessi Smart Contract generati sono indipendenti e separati da altri Smart Contract.

Nel 2016 Ethereum è stata divisa in due diverse Blockchain Ethereum Classic ed Ethereum Foundation.

Chi è Ethereum Foundation

Ethereum Foundation (per sapere di più vai al sito di Ethereum Foundation) è l’organizzazione che ha come obiettivo la gestione di tutte le attività di sviluppo, di ricerca e di supporto della piattaforma Ethereum. Nel 2014 il team di sviluppatori composto da Vitalik Buterin insieme ad Anthony Di Iorio, Mihai Alisie e Charles Hoskinson Ethereum divenne realtà anche nella forma di impresa con la società svizzera Ethereum Switzerland GmbH. Fu poi la Fondazione no-profit Ethereum Foundation a prendere le redini del progetto.
Ethereum è stata caratterizzata da una serie di prototipi e di azioni di sviluppo finanziati e gestiti da Ethereum Foundation sulla base del concetto e progetto di Proof of Concept sino al lancio del progetto Frontier network allo scopo di migliorare sicurezza e usabilità. Tra le varie iniziative va segnalato il progetto Olympic che aveva tra l’altro lo scopo di mettere alla prova con uno “Stress Test” le performance e i limiti della rete Ethereum Blockchain. Con il progetto Olympic arriva poi il già citato Frontier network. Più recentemente Ethereum Foundation è impegnata nel progetto Homestead pensato per migliorare la componente transazionale, le logiche di Gas per la gestione del pricing e la sicurezza. Accanto a Homestead è attivo il progetto Metropolis finalizzato a semplificare l’utilizzo della Ethereum Virtual Machine e permettere agli sviluppatori di agire con maggiore flessibilità e velocità. Un altro progetto ancora, Serenity dovrebbe portare una serie di innovazioni nelle logiche di gestione dell’algoritmo che gestisce il consenso di Ethereum.

Chi è Ethereum Classic

Ethereum Classic è il frutto di una importante divisione nel nucleo originario di Ethereum a livello di Ethereum Foundation. In particolare Ethereum Classic (vai al sito ufficiale per avere maggiori informazioni) è costituito dai membri Ethereum che hanno deciso di dare vita a una “nuova” versione di Ethereum, di fatto non condividendo le linee di sviluppo di Ethereum Foundation.

Ethereum Classic è gestita da una diverso team rispetto a Ethereum Foundation. Ethereum Classic è un network che nelle intenzioni dei suoi promotori resta al 100% compatibile con la tecnologia Ethereum, ma con una serie di servizi pensati per aumentare la sicurezza e la usabilità.

Ethereum Classic è basata sullo sviluppo di una Blockchain non-hackerabile e ha sviluppato una strategia di emissione dei token in proporzione allo sviluppo della rete nel corso del tempo, allo scopo di limitare i rischi di deflazione della cryptovaluta.

Cosa è successo con The DAO e perché è importante per Ethereum

L’evento The DAO (acronimo di Decentralized Autonomous Organization) ha dato origine al fork della Blockchain Ethereum ed è importante per capire le logiche evolutive e le regole stesse della Blockchain.
The DAO era a tutti gli effetti una “Decentralized autonomous organization”, un’organizzazione creata su Blockchain Ethereum caratterizzata dal fatto di essere una organizzazione “virtuale”, ovvero senza una sede, senza una personalità giuridica, senza figure chiaramente identificabili come amministratori).

The DAO intendeva raccogliere capitali (tramite lo scambio di DAO Tokens a fronte di ETH) da investire su progetti che venivano previamente valutati da un comitato e poi posti in votazione ai possessori di DAO Token. Questi ultimi potevano esprimere il loro voto (proporzionale al quantitativo di DAO Token posseduti) per determinare a quali progetti sarebbero poi stati erogati i capitali.

In concreto The DAO è stata realizzata con una serie di passaggi tipici di una ICO: sito Internet per fornire informazioni, diffusione di un whitepaper in cui viene descritto il progetto, audit del codice sorgente degli smart contracts utilizzati, accordi con alcuni “exchange” per permettere lo scambio dei token una volta acquisiti, etc.

Nel giro di pochi mesi gli organizzatori di The DAO riuscirono a raccogliere circa 150 milioni di dollari. Ma a causa di una violazione dell’ indirizzo in cui erano allocati gli ETH ricevuti dall’organizzazione il 18 giugno 2016 in poche ore furono persi circa 70 milioni di dollari.

La vicenda diede luogo a una serie di discussioni e confronti e portò ad una scissione della Blockchain Ethereum e condusse la SEC ad analizzare la vicenda per comprendere la riconducibilità o meno della stessa nell’ambito dell’attività di collocamento di strumenti finanziari e, conseguentemente, per poter vagliare se nel caso di specie fosse stata applicabile la “Securities Law” e questa indagine evidenziò che:

    • Nel caso di The DAO gli investitori avevano appunto scambiato Ether (che avevano un valore determinato sul mercato) con DAO Tokens;
    • L’investimento era stato effettuato con un’aspettativa di profitto (che generalmente possono essere dividendi, pagamenti periodici, incremento di valore).
    • I materiali promozionali di The DAO evidenziavano l’obiettivo di creare un’entità con scopo di lucro, finalizzata al finanziamento di progetti in cambio di un ritorno sull’investimento;
    • L’aspettativa di ritorno dell’investimento dipendeva da sforzi gestionali altrui, dato che l’organizzazione di The DAO sulle decisioni in merito ai progetti da finanziare era assolutamente verticistica.

Tali considerazioni hanno indotto la SEC a ritenere i DAO Token strumenti finanziari, con conseguente applicazione della Securities Law dalla quale deriva l’obbligo per l’ente emittente di registrare le offerte e vendite degli strumenti e, correlativamente, con conseguente obbligo di registrazione per i soggetti che offrivano piattaforme di scambio (trading) dei suddetti token quali “national securities exchange”.

Ethereum ed Ethereum Classic: quali sono le differenze?

Ethereum rappresenta la versione “ufficiale” della Blockchain ed è gestita e aggiornata dagli sviluppatori che l’hanno ideata e realizzata, Ethereum Classic invece è una Blockchain che partendo da Ethereum si pone come una evoluzione o come una forma di “alternativa”. Il motivo che ha portato a questa divisione è legato a uno specifico evento di hackeraggio che ha colpito un progetto Ethereum (appunto, The DAO) e che aveva indotto la comunità di Ethereum di cambiare il codice di Ethereum per rimediare alle conseguenze di questo attacco hacker. Questa decisione ha aperto una frattura sul concetto stesso di Blockchain, ovvero sui principi di fondo di questo paradigma. Da una parte ci stavano tutti coloro che sostenevano che le Blockchain vivono sul principio della community ed è la maggioranza della community che decide sulle possibili evoluzioni della Blockchain stessa. E sulla base di questa convinzione se la maggioranza della community è d’accordo la Blockchain può essere modificata. C’è poi una diversa scuola di pensiero che invece sostiene che la Blockchain non può essere modificata, deve essere saldamente protetta da qualsiasi forma di manomissione.

Questa divisione ha posto gli sviluppatori davanti a un bivio e i cosidetti “puristi”, quando Ethereum ha creato una nuova Blockchain, hanno scelto di continuare a operare sulla vecchia versione della Blockchain. In concreto con questo passaggio si sono venute a creare due Blockchain Ethereum e in particolare Ethereum Classic opera oggi come una versione parallela della Blockchain.

NEM Foundation, NEM Blockchain, XEM

NEM Foundation è una organizzazione no-profit con sede a Singapore che raccoglie associati in tutto il mondo. La fondazione ha la missione di seguire, stimolare e supportare gli sviluppi della tecnologia Blockchain NEM e punta a incoraggiare lo sviluppo e la estensione di un ecosistema di utenti NEM sia a livello di sviluppatori, sia nell’ambito dei campi di utilizzo della Blockchain NEM nell’industria, nelle università e nelle Pubbliche Amministrazioni. (Leggi qui per approfondire la conoscenza di NEM e dei suoi ambiti applicativi.)

New Economy Movement

Per molti operatori NEM, che è l’acronimo di New Economy Movement, è una importante criptovaluta e una serie di soluzioni per la gestione di servizi basati sulla Blockchain. Ma NEM non è solo una “moneta”, è un ecosistema, avviato nel 2015, che ha generato e alimentato anche una critpovaluta denominata XEM basata su un token. Nella realtà e nella quotidianità le due denominazioni si sono sovrapposte e NEM è correntemente utilizzato tanto per rappresentare il fenomeno quanto per la denominazione della criptovaluta. Per precisione i termini legati al mondo NEM sono dunque:

    • NEM Foundation (la Fondazione del New Economy Movement)
    • NEM Blockchain (sulla quale si appoggiano servizi come Smart Asset)
    • XEM la crytpocurrency NEM

NEM non dunque è solo una criptovaluta, ma è un veicolo di informazioni transazionali che “pacchettizza” una serie di dati che vanno o possono andare ben oltre le informazioni legate al “payment”. Nello specifico NEM è una interpretazione della Blockchain che si basa sul processo della Proof of Importance POI, su un sistema di controllo della reputazione EigenTrust (leggi QUI per maggiori informazioni), su account multifirma e sulla messaggistica criptata.

XEM cryptourrency

Ma il tema “monetario” è solo uno dei temi alla base del New Economy Movement. NEM in effetti si propone anche con una vocazione e un impegno in ambito sociale tanto che i fondatori sottolineano la volontà di utilizzare la tecnologia e la Blockchain per cercare di dare risposte nuove ai temi della disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza. E XEM come criptovaluta si pone proprio dare vita a una nuova forma di circolazione e condivisione del valore.
La “missione” di NEM può essere sintetizzata in tre grandi obiettivi:

    • Creazione di un ambiente di scambio caratterizzato da pari opportunità
    • Sviluppo di un contesto ispirato ai principi del decentramento nello spirito della Blockchain
    • Creazione di ambiente in grado di favorire lo sviluppo di una maggiore libertà finanziaria

Per “spiegare” NEM è forse importante iniziare a spiegare la logica del Proof of Importance. Va infatti subito precisato che alla base della logica Blockchain sviluppata da NEM c’è una nuova forma di consenso o per meglio dire un nuovo Protocollo di Consenso che NEM ha definito come Proof of Importance.

La “Prova di Importanza” si attiva grazie a un processo analogo a quello seguito dal Proof of Stake, (leggi QUI per avere maggiori informazioni sul Proof of Stake), ma aggiunge una serie di variabili come il clustering di rete e soprattutto nuovi criteri di ranking.

Che cos’è il Proof of Importance

Per il Proof of Importance è stato sviluppato un algoritmo che viene utilizzato nelle transazioni NEM e che permette di stabilire l’importanza di un determinato utente in base alla quantità di XEM presenti all’interno dell’account e in funzione del numero di transazioni che effettua con il suo portafoglio. L’importanza di una transazione di un utente NEM è determinata sia dalla quantità di currency sia dal numero e dalla qualità delle transazioni effettuate. Il POI utilizza un sistema di ranking denominato NCDawareRank che permette di misurare e monitorare tutti i segnali che determinano un consenso. Il POI opera in modo da valutare le transazioni NEM prevalentemente in base a criteri come volume e fiducia di ogni transazione.

Le caratteristiche di alcune tra le principali blockchain


Le caratteristiche fondamentali delle principali blockchain nella tavola realizzata dall’Osservatorio Blockchain del Politecnico di Milano

ICO Blockchain: che cos’è perché è importante conoscerla

Uno degli sviluppi della Blockchain riguarda l’ambito del Crowdfunding e dei finanziamenti in forma di Venturing alle startup. L’ICO (Initial Coin Offering) è una innovativa di modalità di Crowdfunding totalmente basata sulle cryptocurrency.

L’Initial Coin Offering (altrimenti definito anche come Initial token offering o come token sale) sta portando una serie di importanti novità nel mondo del Venturing e rappresenta a tutti gli effetti una sorta di IPO (Initial Public Offering) interamente gestita con cryptocurrency sulla Blockchain.

L’ICO è uno strumento rivoluzionario nel mondo del Venturing perché permette di superare le rigide regole dei processi di valutazione tradizionalmente seguiti da fondi e banche a cui siamo stati abituati negli ultimi anni. Si tratta però di una operazione che si rivolge alle nuove imprese che operano nell’ambito della Blockchain ovvero che hanno sviluppato o che stanno sviluppando soluzioni basate sulla Blockchain. In concreto l’ICO si attua con la vendita di token da parte della startup che sta cercando risorse sul mercato. I token possono essere “scambiati” con cryptocurrency come Bitcoin o come Ether. La proposta di investimento che si attua appunto attraverso la “vendita” di token è basata sulla presentazione di un piano industriale o di un progetto di impresa. L’ICO, come l’IPO, è disegnato per “dare fiducia” e risorse a una idea, che nello specifico punta a far crescere la Blockchain e trova il proprio consenso nella comunità che opera sulla Blockchain. I token, oggetto dell’investimento, possono essere a tutti gli effetti scambiati e, come le azioni di una impresa quotata, possono vedere variare il loro valore nominale in funzione di tanti fattori, a partire dall’andamento del progetto presentato e delle oscillazioni delle critpovalute.

Che cos’è esattamente una Initial Coin Offering

La emissione di token per la remunerazione di “servizi” di verifica e controllo ha permesso la ideazione di un nuovo metodo di finanziamento che ha assunto il nome di Initial Coin Offering proprio in ragione del ruolo che i Coin sono chiamati a svolgere nel favorire lo sviluppo dell’impresa stessa. Il token viene emesso verso gli investitori in cambio di digital currency e nello stesso tempo gli investitori possono utilizzare i token ricevuti per godere dei servizi innovativi erogati dalla startup oppure possono venderli nel momento in cui il mercato li apprezza e possono garantire un markup. La startup americana  Protocol Labs Inc., ha ad esempio ricevuto un finanziamento di diversi millioni di dollari grazie a un ICO allo scopo di costruire un network Blockchain dove lo spazio storage può essere acquistato e venduto utilizzando i “Filecoin” ovvero i token emessi da Protocol stessa per la richiesta di finanziamento della ICO. In questo modo se la società ha successo nella creazione di questo marketplace di digital storage il valore dei Filecoin molto probabilmente a destinato a salire. I finanziatori possono usare i Filecoin per acquistare spazio storage o possono scambiarli per cedere con i Filecoin stessi la loro partecipazione nella società.

Per capire l’ICO occorre partire dal Crowdfunding

Ma per comprendere il valore dell’ICO occorre guardare alle logiche del crowdfunding. Se si pensa che solo nel 2015 le piattaforme di crowdfunding hanno permesso di raccogliere finanziamenti per qualcosa come 34 miliardi di dollari si capiscono le ragioni del consenso che circonda e accompagna questo metodo di finanziamento per presso le startup e presso gli investitori. L’ICO porta il crowdfunding a un nuovo livello, grazie all’aiuto della tecnologia e grazie alle logiche della Blockchain è possibile agganciare il valore dell’investimento con il valore della comunità che crede in quell’investimento. I token token esprimono il valore dell’asset sono un “titolo” che può essere utilizzato da tutti i partecipanti per contribuire fattivamente a far funzionare l’azienda nella quale si investe e per farne aumentare il valore.

L’aspetto tecnologico dei token e dunque delle ICO è complesso e articolato, ma c’è un punto che va sottolineato in particolare. Le condizioni transazionali legate ai token non sono “solo” definite in fase di ICO, ma sono “scritte” nel codice stesso dei token. L’ICO può appoggiarsi sulla logica degli smart contracts garantendo la massima trasparenza e apertura e tracciabilità su ogni singola transazione. La operazioni di auditing, ad esempio, possono essere velocizzate e addirittura automatizzate. La trasparenza collegata agli smart contracts automatizzati consente la creazione di conti di garanzia per gestione di fondi collegati al riconoscimento di valori che vengono attivati solo al raggiungimento, verificato e controllato automaticamente dagli smart contracts, di determinati obiettivi.

La differenza sostanziale tra ICO e IPO

Se da una parte ICO e IPO rispondono a una medesima esigenza con una logica di attuazione analoga va detto che nel caso della IPO tutte le operazioni sono soggette al controllo di un istituto di vigilanza che nel nostro paese è rappresentato dalla Consob che ha il compito di sorvegliare sulla correttezza delle procedure di acquisto e sulle operazioni delle imprese coinvolte. Nel caso dell’ICO non c’è un ente di riferimento per il controllo.

Blockchain e GDPR

Il GDPR nasce per “regolare” la gestione della privacy legata all’utilizzo dei dati degli utenti su web, app e social media da parte delle web e media company che sulla profilazione degli utenti stanno cercando di costruire il proprio vantaggio competitivo. E’ molto importante capire il rapporto tra Blockchain e GDPR perché può aprire a nuove forme di gestione della sicurezza in forma di Privacy by Design. Il GDPR può essere “interpretato” come una “Carta dei diritti digitali” delle persone.

La normativa GDPR in sintesi

Il cuore del GDPR è la protezione dei dati delle persone, in altre parole degli individui cui appartengono tali dati. In modo molto sintetico, questo è quanto introduce il GDPR sul tema:

Art. 12: le persone hanno il diritto di chiedere e avere risposte sull’uso che un’azienda farà dei propri dati e a chiedere un risarcimento qualora queste domande non abbiano risposte chiare, concise e tempestive;
Artt. 13 e 14: gli utenti hanno il diritto di sapere come verranno utilizzati i dati personali al momento della loro raccolta/richiesta e di sapere per quanto tempo saranno conservati;
Art. 15: gli utenti hanno il diritto di sapere e accedere ai dati personali che vengono elaborati/processati da chi ne ha chiesto il consenso;
Art. 16: le persone possono rettificare e modificare i propri dati personali (+ 
Art. 17: gli utenti hanno il diritto di chiedere (e ottenere) la cancellazione dei propri dati personali quando non sono più necessari agli scopi per i quali erano stati raccolti;
Art. 18: le persone possono limitare il trattamento dei propri dati (quando risultano inesatti, quando sono stati raccolti illegalmente o non seguendo le procedure giuridiche…);
Art. 19: chi raccoglie i dati deve informare anche le “terze parti” ammesse ad utilizzarli per interrompere l’uso dei dati rettificati o cancellati);
Art. 20: gli utenti hanno diritto a
i propri dati personali in un formato strutturato e comunemente usato in modo che possano essere letti facilmente da una qualsiasi macchina (Pc, smartphone, app, ecc.)
;
Art. 21: le persone hanno il diritto di opporsi all’utilizzo dei propri dati per profilazione o commercializzazione e devono essere messe nelle condizioni di poter dire di no.

Il ruolo della normativa e della privacy

Secondo il World Economic Forum, entro il 2025 ben il 10% del PIL del mondo sarà prodotto da attività e servizi che saranno erogati e distribuiti attraverso le tecnologie Blockchain. In questo scenario appare fondamentale la gestione della Governance in relazione alle normative, prima fra tutte il GDPR (il regolamento generale europeo sulla protezione dei dati.

Le possibili relazioni tra GDPR e Blockchain

Il regolamento GDPR impatta su una serie di ambiti che attengono alle specifiche caratteristiche della Blockchain:

    • Accesso e visibilità dei dati – I dati inseriti nelle Blockchain sono pubblici e accessibili da chiunque partecipi alla catena
    • Cancellazione dei dati –i dati archiviati in una Blockchain sono a prova di manomissione, quindi la loro cancellazione non sarà possibile una volta che tali dati verranno immessi nella catena distribuita;
    • Immutabilità dei dati nel tempo – i dati presenti nelle Blockchain sono conservati illimitatamente e non possono essere modificati, manomessi o cancellati.
    • Controllo distribuito dei dati – le Blockchain sono distribuite quindi il controllo sui dati non può essere centralizzato ed è in capo a tutti i partecipanti alla Blockchain (è difficile cioè individuare le figure di Data Protection Officer previste dal GDPR);
    • Processi decisioni automatizzati – con gli Smart Contract si devono considerare anche processi decisionali automatizzati ovvero una nuova tipologia di gestione dei dati

Blockchain e GDPR per una Security by Design

Blockchain e GDPR permette di realizzare soluzioni di “security by design” garantendo pseudonimizzazione (disaccoppiamento dei dati dall’identità individuale) e la minimizzazione dei dati(condividendo solo i punti dati assolutamente necessari).

Ricordiamo che nella Blockchain la protezione dei dati viene assicurata da una chiave pubblica del mittente della transazione; da una chiave pubblica del destinatario della transazione; da un hash crittografico del contenuto della transazione; dalla data e dall’ora della transazione.

Con questa impostazione è impossibile ricostruire il contenuto di una transazione dall’ hash crittografico monodirezionale. E a meno che una delle parti della transazione non decida di collegare una chiave pubblica a un’identità conosciuta, non è possibile mappare e collegare le transazioni a singoli individui o organizzazioni. Ciò significa che anche se la Blockchain è “pubblica” (dove chiunque può vedere tutte le transazioni su di essa), nessuna informazione personale viene resa pubblica.

Blockchain, GDPR e questioni legislative

Il GDPR introduce alcune regole che non sempre potrebbero essere rispettate dalle Blockchain.

GDPR e Data Protection Officer –  Il GDPR introduce la figura del DPO – Data Protection Officer, una persona esperta di legislazione e pratiche relative alla protezione dei dati che deve assistere colui che li controlla o li gestisce al fine di verificare l’osservanza interna al regolamento. Il DPO dev’essere una persona con una buona padronanza dei processi informatici, della sicurezza dei dati e di altre questioni di coerenza aziendale riguardanti il mantenimento e l’elaborazione di dati personali e sensibili.

“Quando è necessario nominare un responsabile del trattamento dei dati personali? Nel GDPR, il responsabile del trattamento deve essere nominato nel caso in cui le attività principali di trattamento richiedono il monitoraggio regolare e sistematico degli interessati su larga scala, nel caso in cui le attività comprendano il trattamento su larga scala di categorie particolari di dati personali o di dati relativi a condanne penali e reati, ancora quando il trattamento viene effettuato da una autorità pubblica o da un organismo pubblico.”

Quale giurisdizione applicare per la legge di quale paese – In caso di controversie, quali leggi devono essere applicate e di chi è la giurisdizione? In situazioni in cui non è possibile identificare l’entità di elaborazione dei dati personali e il luogo in cui i dati vengono elaborati, è difficile individuare la giurisdizione cui dovrebbe competere una eventuale valutazione legale del trattamento dei dati.

Identificazione dei dati personali –  In un contesto Blockchain cosa può essere riconosciuto come dato personale? L’identità di un utente (e quindi i suoi dati sensibili) sono protetti da un codice che rappresenta la chiave pubblica per aderire alla rete distribuita. Da un punto di vista normativo occorre capire cosa costituisce “dato personale” in un contesto Blockchain: le chiavi pubbliche devono essere considerati dati personali? Sebbene una chiave pubblica figuri come dato pseudonimizzato, queste non rappresentano dati anonimi e molto spesso sono associate a persone fisiche specifiche.

Dati diffusi su ogni nodo della rete –  La Blockchain limita lo scopo della raccolta e dell’elaborazione dei dati e la loro minimizzazione? In una Blockchain (specialmente se pubblica) i dati vengono mantenuti su ogni nodo della rete -pubblicamente accessibile a chiunque – indipendentemente dallo scopo originale per cui quei dati sono stati immessi ed elaborati nella Blockchain. Come si inserisce questa caratteristica tipica della Blockchain in un contesto normativo che prevede che gli scopi specifici per i quali i dati personali sono trattati devono essere specificati, espliciti e legittimi e che i dati personali devono essere adeguati, pertinenti e limitati agli scopi per i quali sono trattati.

Immutabilità – Le Blockchain sono praticamente non modificabili e i dati in esse contenuti sono spesso impossibili da aggiornare, eliminare, modificare o correggere. Occorre pertanto affrontare anche a livello normativo come si possa gestire il tema del “diritto all’oblio” all’interno di una Blockchain?

Cosa significa validazione temporale dei dati

La certificazione e validazione di un dato è costituita da molteplici fattori, tra questi un ruolo particolarmente importante è svolto dalla cosiddetta “validazione temporale”. Nel caso deI DAS, ad esempio, è stato stabilita una “regola” secondo la quale la  “validazione temporale digitale” attiene a quei dati che collegano altri dati in forma elettronica in una data specifica (ora, data) tale per cui anche dal punto di vista temporale esiste una prova certa della loro esistenza in quel determinato momento anche in termini di relazione con altri dati. Uno dei temi che accompagnano lo sviluppo “giuridico” della blockchain è anche quello della validazione degli effetti giuridici e del loro utilizzo in forme legali. I sistemi di validazione temporale sono dunque un abilitatore non solo del “fattore tempo” ma grazie al “fattore tempo” e a un “sigillo” o “firma” elettronica associata permette di aumentare il livello di sicurezza relativa all’affidabilità assoluta 8e . non solo temporale) di quel dato. In altre parole la sicurezza della qualità, integrità e affidabilità del dato sulla blockchain passa anche attraverso lao strumento della verifica temporale.

IPDB è un database con una visione globale e con una Governance è affidata ad una fondazione no-profit. I membri della fondazione sono i “custodi” della rete e ognuno di essi gestisce un nodo del server che memorizza e convalida le transazioni. Insieme questi nodi costituiscono il database IPDB.

IPDB, può essere identificato come:

1) Rete che gestisce un database decentralizzato;
2) Associazione senza fini di lucro, la cui rete forma in modo trasparente la membership (seguendo i principi di Trust tipici della Blockchain).

IPDB è poi basato sulle tecnologie già sviluppate da BigchainDB, ossia un database di Big Data pensato anche per la Data Science decentralizzato, cui sono state aggiunge caratteristiche e funzionalità tipiche della tecnologia Blockchain: controllo decentralizzato, immutabilità, creazione e trasferimento di asset.

I membri della Fondazione hanno previsto che al progredire del database e del successo del progetto, si procede addirittura verso la dissoluzione dell’Associazione con la completa decentralizzazione anche dal punto di vista organizzativo.

Gli ambiti applicativi del database decentralizzato riguardano la gestione della proprietà intellettuale in settori come Fintech, Banking, Payment, Energia e Supply Chain, Government.

Database distribuito decentralizzato: la governance

Per evitare il rischio “utopia” il modello IPDB ha scelto di essere una Associazione di volontariato (che si chiama IPDB Foundation): garantendo personalità giuridica alla rete e in questo modo l’Associazione può legalmente stipulare contratti, ma, affinché non vi siano “secondi fini” o scopi di lucro personali, è stato deciso che più della metà dei custodi debba essere costituita da altre organizzazioni non profit o da enti pubblici. Allo stesso modo, per evitare il rischio di essere soggetti alle leggi di un unico Paese, meno della metà dei custodi può provenire dal medesimo Paese. Tutti i custodi poi devono essere pubblicamente impegnati a costruire una Internet decentralizzata.

Sono chiamati a contribuire anche gli sviluppatori che intendono sfruttare il database decentralizzato e la tecnologia Blockchain per creare servizi o applicazioni: qui l’accesso al portale dedicato ai developers

Blockchain e “geografia”

Come abbiamo detto la blockchain ha le caratteristiche di una “rivoluzione”, si presenta con caratteristiche anche dirompenti, che possono essere destabilizzanti. Per questa e altre ragioni nel mondo si registrano modalità di approccio alla blockchain anche molto diverse tra loro. Ci sono paesi o aree geografiche che hanno “sposato” questa causa (vedi Dubai, Estonia, Singapore), ci sono paesi che stanno sviluppando un approccio molto attento e pragmatico ad esempio con un intenso lavoro a livello di studio di nuove normative appropriate alla gestione di un fenomeno così innovativo (come la Svizzera, come l’Austria, come Malta e come Gibilterra, come il Regno Unito). C’è poi l’Europa che cerca una sua dimensione e lo sta facendo con una serie di iniziative tra cui la European Blockchain Partnership e infine ci sono paesi che in questo momento guardano con perplessità o forse anche con scetticismo alla blockchain.

In Italia se ne parla tanto, ma…..oramai è da un pezzo che non siamo più il centro del mondo…

Perchè parlare di Blockchain è così difficile

Il clamore intorno alla blockchain è enorme. Per capire e confermare questo clamore la blockchain dovrebbe adesso fare questi passi:

  • Risolvere la disuguaglianza di reddito
  • Rendere tutti i dati  sicuri per sempre
  • Rendere tutto molto più efficiente e affidabile
  • Salvare bambini

Che diamine è una blockchain, comunque? E può davvero fare tutte queste cose? La blockchain può portare qualcosa di sorprendente in settori diversi come assistenza sanitaria, finanza, gestione della supply chain o dei diritti musicali?

E  essere  pro Bitcoin significa essere pro Blockchain? Come puoi essere favorevole per Bitcoin ma dire qualcosa di negativo sulla tecnologia che sta dietro a Bitcoin?

In questo articolo, cercheremo di rispondere a molte di queste domande per capire che cos’è una Blockchain e, cosa più importante, che cosa non è.

Cos’è una blockchain?
Per verificare  alcune delle  affermazioni, dobbiamo definire cosa sia una Blockchain ma è proprio qui dove c’è molta della confusione. Molte aziende usano la parola “Blockchain” per indicare una sorta di dispositivo magico con il quale tutti i loro dati non saranno mai sbagliati. Un tale dispositivo, naturalmente, non esiste, almeno quando ci riferiamo al mondo reale.

Allora, cos’è una Blockchain? Tecnicamente parlando, una Blockchain è un elenco di blocchi collegati tra loro dove un blocco corrisponde ad un gruppo di transazioni ordinate. Se non hai capito l’ultima frase, puoi pensare ad una Blockchain come un sottoinsieme di un database, con alcune proprietà aggiuntive.

La cosa principale che distingue una Blockchain da un normale database è che ci sono regole specifiche su come inserire i dati nel database. Cioè, non possono esistere  conflitti con altri dati che sono già nel database (devono essere coerenti), sono solo dati “attaccati” (devono essere immutabili), e i dati stessi sono bloccati/relazionati ad un solo proprietario (un solo possessore), e sono replicabili e resi disponibili. Infine, tutti sono d’accordo sullo  stato delle cose nel database (canonici) senza una entità centrale (decentralizzati).

Ed è questo ultimo punto che è davvero il Santo Graal della Blockchain. Il decentramento è molto interessante perché implica che non esiste un singolo punto di errore. Cioè, nessuna singola autorità sarà in grado di eliminare una risorsa o cambiare la sua “storia” in base alle proprie esigenze. Questa capacità di controllo immutabile in cui puoi non fidarti di nessuno è il vero vantaggio che tutti gli sviluppatori di questa tecnologia stanno cercando. Questo vantaggio, tuttavia, ha un costo elevato.

Il costo delle Blockchains
Il processo di controllo immutabile e ingestibile da ogni singolo attore è sicuramente molto utile, ma ci sono costi molto elevati per creare un tale sistema. Esaminiamo alcuni dei problemi.

Lo sviluppo è più rigoroso e più lento
Creare un sistema molto consistente non è un compito facile. Un piccolo bug potrebbe corrompere l’intero database o creare un database diversio da altri. Ovviamente, un database danneggiato o diviso non ha più alcuna garanzia di coerenza. Inoltre, tutti questi sistemi, per essere coerenti,  devono essere progettati così fin dall’inizio . Non c’è come “progettare velocemente e cambiare il mondo” in una Blockchain. Se “cambi tutto” e perdi consistenza, la Blockchain diventa corrotta e priva di valore.

Certo, potresti pensare perché non puoi semplicemente riparare il database o ricominciare e andare avanti? Ciò sarebbe abbastanza facile da fare in un sistema centralizzato, ma è molto più difficile in uno decentralizzato ed è necessario il consenso o l’accordo di tutti i giocatori per modificare il database. La Blockchain deve essere una risorsa pubblica senza il controllo di una singola entità (decentralizzata, ricordate?), o l’intero sistema sarà molto costoso e si sarà creato un database lento e centralizzato.

Le strutture incentivanti sono difficili da progettare
Definire i giusti incentivi e fare in modo che tutti gli attori del sistema non ne possano abusare o possano corrompere il database è ugualmente una cosa da tenere in grande considerazione. Una blockchain può essere coerente, ma non sarà molto utile se conterrà  dati futili o inutili solo perchè i costi di inserimento sono molto bassi. Ma neppure una Blockchain coerente potrà essere utile se non avesse nessun dato per colpa dei costi di inserimento molto alti.

Ma qual’è la finalità dei dati? Come puoi assicurarti che gli incentivi siano allineati con gli obiettivi della rete? Perché i nodi mantengono o aggiornano i dati e cosa li spinge a scegliere un dato su un altro quando sono in  conflitto? Queste sono tutte domande che riguardano l’ incentivazione e che richiedono buone risposte che dovranno essere “allineate” dall’inizio, e soprattutto lo dovranno essere  anche in qualsiasi momento del futuro dato che la tecnologia e le aziende cambiano in continuazione o altrimenti la Blockchain non sarà utile.

Di nuovo, ti starai chiedendo perché non puoi “aggiustare” qualche incentivo che non funziona. Ancora una volta, questo è facile in un sistema centralizzato, ma in uno decentralizzato, non puoi cambiare nulla senza il consenso di tutti. Non c’è nulla che può “aggiustare” qualcosa a meno che non ci sia un accordo da parte di tutti.

La manutenzione è molto costosa

Un database centralizzato tradizionale deve essere creato solo una volta.
Una blockchain deve essere scritta migliaia di volte.
Un database centralizzato tradizionale deve solo verificare i dati una sola volta.
Una blockchain ha bisogno di controllare i dati migliaia di volte.
Un database centralizzato tradizionale deve trasmettere i dati per l’archiviazione una sola volta.
Una blockchain ha bisogno di trasmettere i dati migliaia di volte.

I costi per mantenere una Blockchain sono molto elevati e devono essere giustificati dalla sua utilità. La maggior parte delle applicazioni relative alle proprietà dichiarate in precedenza come coerenza e affidabilità si possono ottenere anche con costi molto più bassi utilizzando i controlli di integrità, le ricevute e i backup.

Gli utenti sono sovrani
Questo può essere vero in quanto in primo luogo le aziende non amano la responsabilità di mantenere i dati degli utenti . Ma possedere questi  dati potrebbe essere negativo se l’utente si comporta in modo anomalo. Non c’è modo di eliminare l’utente che inonderà la tua blockchain con dati insignificanti o che ha trovato un modo per trarne profitto o causare danni ad altri utenti. Tutto questo è legato alle osservazioni fatte sopra che dicono che gli incentivi devono essere progettati  molto bene perchè se un utente ne che capisce i vantaggi non vorrà mai rinunciarvi, specialmente se c’è un profitto.

Si potrebbe semplicemente rifiutare il servizio agli utenti malintenzionati, il che sarebbe molto facile da fare in un servizio centralizzato. Tuttavia, a differenza di un servizio centralizzato, nel caso della Blockchain ciò è impossibile perché nessuna singola entità ha l’autorità per espellere qualcuno. La Blockchain deve essere imparziale e applicare le regole definite dal software. Se le regole non sono sufficienti a scoraggiare un cattivo comportamento, sei sfortunato. Non c’è uno “spirito” della legge qui. Probabilmente avrai sempre a che fare con attori malintenzionati o che si comportano male,  per molto tempo.

Tutti gli aggiornamenti sono volontari
Un aggiornamento forzato non è un’opzione. Gli altri giocatori sulla rete non hanno l’obbligo di passare al tuo software. Se lo facessero, un tale sistema sarebbe molto più facile, più veloce e meno costoso da costruire come sistema centralizzato. Una Blockchain non è sotto il controllo di una singola entità e questo può modificato solo con un upgrade forzato.

Inoltre, tutti gli upgrade devono essere retrocompatibili. Questo è ovviamente molto difficile, soprattutto se si desidera aggiungere nuove funzionalità e ancora più difficile quando si pensa alle procedure di test. Ogni versione del software può richiedere lunghi processi di test e ciò allunga il tempo di rilascio.

Anche in questo caso, se si trattasse di un sistema centralizzato, sarebbe molto più semplice correggerlo e decidere di non supportare più i vecchi sistemi. In un sistema decentralizzato non si può fare in quanto nessuno può costringere qualcuno a fare nulla.

Il ridimensionamento è davvero difficile
Infine, il ridimensionamento di una Blockchain è almeno di diversi ordini di grandezza più difficile rispetto a un sistema centralizzato tradizionale. La ragione è ovvia. Gli stessi dati devono vivere in centinaia o migliaia di luoghi invece che in un singolo luogo. Il sovraccarico di trasmissione, verifica e archiviazione è enorme, poiché ogni singola copia del database dovrà sostenere i relativi costi invece di pagarli una volta sola come in un database centralizzato tradizionale.

Ovviamente su può ridurre l’onere riducendo il numero di nodi. Ma a quel punto, perché hai bisogno di un sistema decentralizzato? Perché non creare un database centralizzato se i costi di ridimensionamento sono la preoccupazione principale?

La centralizzazione è molto più semplice
Dobbiamo prendere atto, che i sistemi decentralizzati sono molto difficili da gestire, costosi da mantenere, difficili da aggiornare e costituiscono un grosso problema per poterli upgradare. Un database centralizzato invece è molto più veloce, meno costoso, più facile da gestire e più facile da aggiornare rispetto a una Blockchain. Quindi perché le persone continuano a usare la parola Blockchain come se fosse una panacea per tutti i loro problemi?

Prima di tutto, molti dei settori dove si vorrebbe usare la Blockchain sono molto in ritardo con gli aggiornamenti dell’infrastruttura IT. L’ assistenza sanitaria ad esempio,  ha un software notoriamente antiquato. La gestione dei pagamenti on line è ancora in esecuzione su software degli anni ’70. Il software di gestione della supply chain è al contempo difficile da utilizzare e difficile da installare. La maggior parte delle aziende di questi settori non vogliono aggiornarsi a causa dei possibili rischi. L’ aggiornamento delle loro infrastrutture possono costare centinaia di milioni e finiscono sempre per essere comunque arretrati. La Blockchain è un modo per vendere questi aggiornamenti e renderli un po ‘più appetitosi.

In secondo luogo, parlare di Blockchain è un modo per apparire come se si fosse all’avanguardia della tecnologia. Piaccia o no, la parola “Blockchain” ha assunto una vita propria. Pochissime persone effettivamente capiscono di cosa si tratta, ma usano queste parole per sembrare più intelligenti. Proprio come “Cloud” indica il computer di qualcun altro e “AI” significa un algoritmo ottimizzato, “Blockchain” in questo contesto significa un database lento e costoso.

In terzo luogo, la gente non apprezza il controllo statale di determinate industrie e vorrebbe un meccanismo di verifica diverso dall’apparato legislativo che è spesso lento e costoso. Per loro, “Blockchain” è in realtà solo un modo per sbarazzarsi del pesante apparato dei regolamenti statali. Tutto questo sta facendo sopravvalutare ciò che la Blockchain può fare, ma la Blockchain non elimina magicamente il conflitto umano.

Il risultato è che molte persone sono attratte dalle false promesse senza effettivamente comprendere le vere caratteristiche o i costi. Quel che è peggio,molti CEO e dirigenti non sono a conoscenza dei reali dettagli tecnici e dei cost e ciò gli impedisce  di sapere ciò che una Blockchain può e non può fare. E siccome tutti i loro sottoposti hanno paura di dire che l’imperatore è nudo abbiamo la situazione che stiamo vivendo ora.

Quindi a cosa serve una Blockchain?
Abbiamo già stabilito che una Blockchain è molto costosa rispetto ai database centralizzati. Quindi l’unica ragione per cui dovresti usare una Blockchain è il decentrare, cioè rimuovere il singolo punto di potenziale errore o controllo.

Ciò significa anche che il software o il database non dovranno cambiare spesso le cose, se non per niente. Ogni aggiornamento dovrebbe portare dei piccoli vantaggi  ma molti svantaggi nel caso le regole vengano modificate o  cambiate totalmente.

La maggior parte delle industrie però non la pensano così e chiedono in continuazione nuove funzionalità o aggiornamenti e la libertà di cambiare ed espandersi secondo necessità. Ma dato che le Blockchain sono difficili da aggiornare, difficili da cambiare e difficili da scalare, per la maggior parte di queste industrie non ha molto senso utilizzare una Blockchain.

C’è però una eccezione e questa  è il Denaro. A differenza della maggior parte degli usi nell’industria, il Denaro è molto meglio se non viene modificato. L’immutabilità e la difficoltà nel cambiare le regole diventa una cosa positiva per il Denaro e non un danno. Questo è il motivo per cui la Blockchain è lo strumento giusto quando si tratta di Bitcoin.

Ciò che è chiaro è che molte aziende che cercano di utilizzare la Blockchain non vogliono affatto una Blockchain, ma piuttosto un aggiornamento IT per il loro particolare settore. Questo va bene ed è accettabile, ma usare la parola “Blockchain” per arrivarci è disonesto e sovradimensionato.

Conclusione
Blockchain è un termine molto popolare in questi giorni e sfortunatamente questo mantra “Blockchain is not Bitcoin” non morirà. Se sei un gestore di servizi centralizzati, una Blockchain non ti darà niente che non puoi fare meglio con un database centralizzato. Se sei un servizio decentralizzato, probabilmente stai ingannando te stesso e non stai pensando ai possibili singoli punti di errore che esistono nel tuo sistema. Non esiste un “voi” in un servizio veramente decentralizzato.

 

La barzelletta in questo articolo intero
Nei primi anni 2000, ci fu una spinta da molti dirigenti nel settore tecnologico ad usare Java e XML. Nonostante questi fossero strumenti e non prodotti reali, molti dirigenti hanno insistito sul loro uso, non importa quanto scarso fosse il risultato rispetto a ciò che i loro ingegneri stavano cercando di ottenere. Blockchain è molto simile a questo. Concentrati sui problemi che stai risolvendo e gli strumenti appariranno evidenti. Concentrati sugli strumenti che vuoi utilizzare e finirai per creare macchine Rube Goldberg che non fanno nulla di particolarmente buono.

In un certo senso, le attuali applicazioni di blockchain stanno cercando di fare l’impossibile. Vogliono la sicurezza di un sistema decentralizzato con il controllo di uno centralizzato. Si desidera il meglio di entrambi i mondi, ma quello che si finisce per ottenere è il peggiore di entrambi i mondi. Abbiamo i costi e la difficoltà di un sistema decentralizzato assieme alle probabilitò di guasto di un sistema centralizzato.

La parola Blockchain è usata fin troppo come parola d’ordine per vendere un sacco di fufa inutile. Più velocemente ci libereremo del clamore e della pubblicità, migliori sarà la società nei prossimi anni…..keep changing!

Iniziò tutto da qui….

Il 30 aprile 1986 l’Italia si collegò ad Internet per la prima volta.

Dal Centro Universitario per il calcolo elettronico del Cnr di Pisa (Cnuce), venne  lanciato un segnale che  raggiunse la stazione di Roaring Creek, in Pennsylvania. Il progetto fu realizzato in sinergia tra Cnr-Cnuce, Italcable e Telespazio e per la connessione  satellitare venne utilizzata la rete della Satnet Atlantic. Forse il gruppo di pionieri che aveva aperto la nuova frontiera della comunicazione al nostro paese, non immaginava che ciò che avevano appena realizzato avrebbe cambiato la storia.

Novembre 1991 … L’ allora Ministro della ricerca scientifica e tecnologica, prof. Antonio Ruberti decise di accelerare il processo di costruzione di una rete nazionale (con protocollo TCP-IP) grazie alla concessione di un prestito ministeriale di 5 miliardi di lire, che avrebbe dovuto essere utilizzato per  costruire un backbone nazionale da 2Mbit/sec a cui sarebbero stati connessi tutti gli uffici universitari e gli istituti di ricerca.

Pochi anni dopo, nel 1994, nel centro di Milano … vicino al Castello Sforzesco, due giovani uomini avrebbero cercato di capire come utilizzare al meglio le fantastiche capacità di un nuovo programma della Macromedia chiamato Shockwave … il risultato fu la nostra prima Home Page animata: una stella rotante e il nome della nostra compagnia al centro … Wow! ….. eravamo sull’onda del successo …(a proposito…Shockwave for Director della Macromedia, acquisita poi da Adobe, non funziona più data la incompatibilità dei nuovi browser, ma potete dare una occhiata in giro…..alcuni link funzionano ancora…wow..wow)

uno dei nostri primi clienti Milano In ricevette 10.905 visite in poche settimane … ma non eravamo negli Stati Uniti … nessuno ha avuto il coraggio di investire nella nostra start up …

Ci stiamo ancora chiedendo il perchè…

 

La SegWit di Bitcoin ha creato Lighting Network

La Blockchain è la raccolta di tutte le transazioni di Bitcoin, sostenuta da una rete di computer sparsi in tutto il mondo appartenenti ai miners, che lasciano acceso il proprio PC per validare e mettere al sicuro tutte le transazioni che gli utilizzatori dei Bitcoin stanno effettuando in quel momento. Ogni volta che un miner riesce a validare un blocco di transazione (che attualmente pesa 1 MB) vince un premio in denaro costituito da Bitcoin nuovi e da tutte le commissioni associate alla transazioni. Il blocco però dovrà essere scaricato anche da tutti gli altri miners in modo tale che tutti abbiano una versione aggiornata della Blockchain. Il sistema ha una sicurezza tale da rendere la rete dei Bitcoin praticamente impenetrabile per qualunque Hacker. Il problema più evidente è però la lentezza di questo processo: la Blockchain riesce a validare solo 7 transazioni al secondo, a causa del fatto che un singolo blocco della Blockchain “pesa” 1MB, calcolato ogni 10 minuti. Il circuito Visa invece è in grado di gestire circa 2000 transazioni al secondo, e può arrivare fino a 56.000 transazioni al secondo. E’ chiaro quindi che attualmente Bitcoin non può assolutamente soppiantare un sistema monetario attuale, a causa della estrema lentezza dovuta alla dimensione del blocco di 1MB. Ci si potrebbe domandare perché la dimensione del blocco non venga aumentata, ma questo andrebbe a gravare su tutta la Blockchain dove ogni miner deve scaricare lo storico di tutte le transazioni sul proprio PC che dal 2009 ad oggi sono pari a più di 120 gigabyte che costituiscono l’archivio degli spostamenti di denaro.

Tutto questo perché la rete è decentralizzata e non esiste nessuna entità centrale  in grado di controllare tutte le transazioni  dato che solo “tutti” i miners che hanno più potenza di calcolo di qualsiasi altro ognuno dei quali deve avere tutto il database di Bitcoin per partecipare alla Blockchain. Se il peso del blocco calcolato ogni 10 minuti aumenta, la Blockchain aumenterebbe in modo spropositato. Già oggi il suo peso aumenta di più di 4GB ogni mese, ovvero circa 50GB all’anno. Se raddoppiassimo la dimensione del blocco ciò implicherebbe un aumento di 100GB annui. Se la rete dovesse gestire 2.000 transazioni come il circuito Visa, il peso totale aumenterebbe di diversi terabyte l’anno, con la conseguenza di rendere inaccessibile la Blockchain alla maggior parte degli operatori. Bitcoin è nato come sistema decentrato e deve garantire la possibilità a più utenti di entrare a farne parte. Per questo Bitcoin ha introdotto l’aggiornamento SegWit che porta la Lightning Network alla realtà e permette di avere un sistema di transazioni che non va più a gravare sul peso della Blockchain.

La Lightning Network è la soluzione che alleggerisce il peso delle transazioni sulla Blockchain

Lightning Network è stata introdotta all’inizio del 2018, con la creazione di SegWit e funziona con transazioni off-chain, ovvero al di fuori della Blockchain, ed ha l’obiettivo di ridurre le transazioni da calcolare da parte dei miners. Il vero funzionamento di questo scambio di Bitcoin off-chain è molto complesso, e può essere meglio analizzato su portali specializzati , ma qui cerchiamo di spiegarne gli elementi basilari.

Prendiamo come esempio due persone che si chiamano Bob e Tom (nomi ‘a caso’) che vogliono creare un canale di scambio di Bitcoin tra di loro: Bob è uno scienziato che vende molte cianfrusaglie tecnologiche mentre Tom è un suo fedele acquirente, quindi è chiaro il suo interesse nell’aprire un canale di pagamento che non passi per la Blockchain, così da essere rapido ed evitare le commissioni (anche se questo non è proprio vero, ma ci arriveremo alla fine). Dunque Bob e Tom aprono un canale nel quale mettono una cifra ciascuno, per esempio 2 Bitcoin a testa per un totale di 4 Bitcoin. In questo modo creano una opening transaction che deve passare per la Blockchain perché chiaramente deve essere tracciato che Bob e Tom hanno messo ognuno 2 Bitcoin a testa su un fondo comune che non è più gestito on-chain (nella cantena) ma off-chain (fuori dalla catena). Il realtà la Blockchain non saprà nulla di quello che accade in quel canale se non l’esito finale quando viene chiuso (potenzialmente può rimanere aperto per sempre).

In questo caso il canale è bidirezionale, dato che infatti entrambi partecipano alla opening transaction. Ora Tom vuole spendere 1 Bitcoin per comprare un collare elettronico per il suo cane e crea una transazione detta commitment transaction nella quale indica che invia 1 Bitcoin a sé stesso (dal canale creato) e 3 Bitcoin a Bob e dà questa commitment transaction a Bob, in modo che se vorrà chiudere il canale gli basterà inviare questa transazione (firmata da Tom, ovvero approvata). Allo stesso modo Bob crea una commitment transaction speculare e la invia a Tom firmata. Le commitment transactionnon non vengono inviate alla Blockchain perché devono rimanere off-chain, e quindi viene inviato solo lo stato finale del canale ai miners, quando cioè sia Bob che Tom decideranno di chiudere il canale. Diciamo che è una garanzia per entrambi affinché nessuno dei due pensi di truffare l’altro. Se nessuno fa il furbo, non c’è alcun interesse nel terminare il canale. Supponiamo che Tom si accorga che il collare è rotto e voglia farsi rimborsare da Bob: a questo punto è chiaro che Bob dovrà ridare 1 Bitcoin a Tom, quindi serviranno altre due commitment transaction che assegnano 2 Bitcoin a testa e che aggiornano lo stato finale della transazioni sostituendo le precedenti commitment transaction.

Se una delle due parti cerca di inviare le vecchie commitment transaction alla Blockchain per derubare l’altro dovrà aspettare un certo lasso di tempo prima di vedersi riconosciuta la transazione: quel tempo viene fissato per far sì che l’altra persona se ne possa accorgere e possa reclamare tutti i Bitcoin di tutto il canale per via del furto. Perché? Perché la commitment transaction è fatta in modo che se Bob invia la prima commitment transaction che attesta che spettano 3 Bitcoin a lui e 1 a Tom (nonostante gli avesse promesso il rimborso di 1 Bitcoin firmando la seconda commitment transaction), allora non farà altro che inviare subito 1 Bitcoin a Tom ma dovrebbe aspettare 1000 Blocchi validati dai miners prima di poter ricevere i restanti 3 Bitcoin. Nel frattempo Tom, avendo la commitment transaction più recente firmata da Bob che attesta che spettano 2 Bitcoin ad ognuno, potrebbe identificare il tentativo di furto e reclamare tutti i Bitcoin del canale. Il fatto che il potenziale ladro possa perdere tutti i Bitcoin disincentiva il tentativo di furto. Comunque vadano le cose, l’ultima transazione che sancisce la chiusura del canale è lo stato finale di come sono distribuiti i Bitcoin tra le due parti e devranno essere notificati alla Blockchain.

Conseguenze delle transazioni off-chain

Chiaramente il procedimento è stato semplificato (per quanto possibile) nel precedente paragrafo ma il meccanismo teorico è quello descritto. Nei canali a più persone il discorso si complica maggiormente tanto che potrebbero essere necessari degli intermediari finanziari o comunque la presenza di banche che possano garantire un flusso regolare dei Bitcoin senza che ci siano problemi dovuti alla mancanza di fondi in un nodo della Lightning network o ad eventuali attese eccessivamente lunghe. Quindi in questo caso, nonostante la Blockchain rimanga a tutti gli effetti decentralizzata, tutte le operazioni off-chain potrebbero comunque richiedere delle piccoli commissioni dovute alla presenza di un intermediario.

Questo punto in particolare ha generato la nascita del Bitcoin Cash, basata proprio dal fatto che la Blockchain non avrebbe più avuto il controllo dei canali tra gli utenti, dunque nessuna commissione per i miners nonché l’introduzione di intermediari finanziari. Il 21 agosto scorso tutti i software Bitcoin sono stati aggiornati per riconoscere la SegWit e quindi la Lightning Network, e da lì si è assistito ad un banco di prova importante prima del futuro  SegWit2x, cioè il raddoppio del blocco da 1 MB a 2MB richiesto a gran voce da alcuni miners che dovrebbe entrare in attività prima della fine dell’anno. L’ obiettivo è chiaro: Bitcoin vuole evitare qualsiasi pericolo di scissione per diventare una rete di scambio monetario che possa arrivare a quantità di transazioni per secondo paragonabili a quelle del circuito Visa.

La convergenza tecnologica tra Blockchain e AI a sostegno della 4a Rivoluzione industriale

Gilbert Verdian

Sta lavorando attivamente per far progredire la tecnologia nelle aree di AI, Cybersecurity, Blockchain e Fintech.

Gilbert ha vissuto e lavorato in tutto il mondo nel Regno Unito, in Australia, Asia, Europa e Stati Uniti. Nel corso della sua carriera ha lavorato intensamente all’interno dei servizi finanziari e del governo. Ha conseguito un MBA presso la University of Technology di Sydney.

Più dati una Intelligenza Artificiale riceve,  più accurati saranno i risultati e le previsioni. A causa dei fondamenti dell’architettura di Internet e della natura di base di Internet, stiamo limitando il tipo di dati a cui  gli algoritmi possono accedere.

L’approccio centralizzato di Internet limita il modo in cui trasferiamo, autorizziamo e accediamo ai dati che viaggiano in rete. È molto difficile duplicare più copie di terabyte/petabyte di questi dati sulla rete per accedere e poterli elaborare.

L’interconnessione decentralizzata di una Blockchain fornisce un nuovo modo per gestire i dati senza i costi generali per la fiducia, la sicurezza e i vari controlli. Le Blockchain forniscono fiducia da uomo a uomo o da macchina a macchina senza che nessuna delle parti abbia bisogno di conoscersi o fidarsi l’una dell’altra.

Le conseguenze saranno che le architetture Internet esistenti cambieranno totalmente. Per la prima volta, potremo onorare la visione originale di Internet, che basata sulla tecnologia blockchain, permetterà di potersi fidare l’uno dell’altro.

Per la prima volta potremo onorare la visione originale di Internet per creare una rete fidata aperta alle persone, alle macchine e ai dati per potere operare, ma senza il difetto originale di doversi conoscere tutti.

Per la prima volta potremo fidarci della rete senza la necessità di conoscerci e fidarci l’uno dell’altro.

 

La visione originale di ARPANET era una rete chiusa in cui ogni membro (nodo) sapeva esattamente chi era l’altra parte. Con l’immensa espansione di Internet, sempre più reti e persone hanno iniziato a connettersi e quindi era diventato impossibile per tutti  conoscere tutti gli altri. Internet era diventata e rimasta inaffidabile..

Abbiamo dovuto creare firewall, rafforzare i sistemi operativi, creare reti interne posizionate dietro gateway esterni per proteggere gli utenti e i dati interni. Abbiamo dovuto creare controlli sui controlli per rilevare, proteggere, rispondere alle minacce.

La storia di due tecnologie necessarie al prossimo balzo dell’umanità avevano preso strade diverse  per raggiungere la fase successiva. Prevedo che l’evoluzione della tecnologica e l’evoluzione umana stiano diventando convergenti.

Fino ad ora abbiamo lavorato per far progredire e sviluppare la nostra attuale tecnologia in bunker separati. Il progresso dell’apprendimento automatico e dell’intelligenza artificiale è nato nelle varie tribù bayesiane, simboliste, connessioniste e evoluzioniste che lavorano quasi in isolamento per far avanzare le loro particolari aree di lavoro.

L’intelligenza artificiale era nata dall’esigenza di vincere una guerra. Il calcolare, in linea di principio, non è stato sviluppato per scoprire codici segreti, l’informatica era semplice e i calcoli usati per risolvere sfide matematiche e computazionali.

In tempi difficili, come la guerra, le motivazioni e gli incentivi divennero un catalizzatore per compiere il passo evolutivo come fece la natura quando gli animali divennero anfibi.

Abbiamo anche immaginato il computer pensante. Il test di Turing è stato sviluppato per convalidare il risultato finale e far progredire le persone che non conoscevano la differenza tra uomo e macchina.

Questo è stato il Santo Graal sognato dagli scienziati informatici che hanno realizzato ciò che era stato previsto in quegl’anni e abbiamo fatto enormi progressi.

Oggi abbiamo sviluppato meccanismi e macchine che sono in grado di realizzare calcoli transazionali così complessi che erano inimmaginabili da ottenere.

Il progresso nel campo dell’apprendimento automatico derivava da un rapido progresso della statistica, della scienza dei dati e dell’analisi e basati su un enorme flusso dati raccolti per qualsiasi cosa.

Abbiamo raccolto zettabyte di dati osservando le interazioni dei mondi naturali e logici. I dati sono ovunque e abbiamo capito come raccoglierli e farne uso.

Pensiamo a tutte le interazioni complesse in natura, ogni singolo movimento, azione, reazione crea una serie di dati che abbiamo appena iniziato a imparare a catalogare e raccogliere.

Sostenuti dal progresso nei metodi di analisi dei dati, abbiamo creato nuovi modi per analizzare completamente vaste quantità di dati in modo semplificato e accurato. L’idea dell’apprendimento automatico è  recentemente esplosa perchè abbiamo utilizzando l’evoluzione di metodi preesistenti.

Abbiamo identificato i modi in cui i dati possono essere analizzati utilizzando l’evoluzione delle statistiche bayesiane, la logica fuzzy ecc. E abbiamo sviluppato nuovi modi come le reti neurali, NN ricorrenti e contorti, regressione, clustering e segregazione.

Tutto ciò ha portato a nuovi modi di fare analisi che possono essere supervisionati, semi-supervisionati o non supervisionati nei campi dell’apprendimento automatico e del deep learning.

La nostra tecnologia e il nostro approccio hanno portato a nuove tecnologie come la visione, la guida autonoma, la previsione e persino l’apprendimento (Go). Siamo solo all’inizio di ciò che possiamo realizzare.

BLOCKCHAIN

La tecnologia alla base di Blockchain derivava dalla crittografia e dalla sicurezza. I meccanismi dell’infrastruttura a chiave privata sono stati a lungo utilizzati nella sicurezza per l’autenticazione e l’autorizzazione.

Blockchain ci fornisce la mappa e la capacità di mappare e comprendere i dati, il trasferimento dei dati senza la necessità di fidarsi o conoscere le altre parti.

La tecnologia fornisce la prova immutabile che le transazioni oi dati archiviati in un libro mastro sono validi e possono essere considerati attendibili tra le parti. Questa convalida viene eseguita tramite una massiccia potenza di calcolo, chiamata Miners, utilizzata per calcolare e convalidare la crittografia all’interno di un blocco in modo sicuro e la sua integrità collegata ai blocchi precedenti – creando una catena. Questo è l’algoritmo di consenso utilizzato per accettare la validità dei dati e della crittografia.

CONVERGENZA

Perché l’intelligenza artificiale sia efficace, ha bisogno di un flusso costante di dati da elaborare per migliorare i suoi algoritmi, accuratezza e risultati.

Per la prima volta, ci stiamo aprendo e fornendo accesso illimitato a enormi set di dati per l’elaborazione senza i limiti e le restrizioni delle architetture Internet.

Siamo in grado di creare nuovi agenti di AI non più limitati a reti interne o cloud chiusi ma in grado di attraversare in modo aperto e autonomo le reti blockchain per identificare e accedere ai dati.

Abbiamo visto alcuni primi tentativi di questo processo negli Smart Contracts  DAO ed Ethereum che hanno tentato di eseguire codice autonomo supportato con cryptovaluta per eseguire attività e potenzialmente accumulare ulteriore valuta. Hanno fallito non solo per l’immaturità della applicazione e del codice, ma a causa dei limiti del suo ambiente. Il codice non era veramente libero nel vero senso della parola, ma era limitato al suo ambiente circostante

Ma il vero test di Turing di una AI autonoma su Blockchain è la capacità dell’agente di operare in modo totalmente autonomo su una Internet decentralizzata.

Per raggiungere però questo fondamentale cambiamento della nostra architettura, dobbiamo affrontare la sfida un pezzo alla volta. Non possiamo apportare una modifica completa a Internet durante la notte senza cambiare la natura della rete.

Il nostro approccio unico è stato quello di sovrapporsi alle attuali e future Blockchain, che si basano sulle tradizionali fondamenta di internet. Abbiamo bisogno di una Internet virtuale decentralizzata che funzioni in cima all’architettura esistente e fornisca un nuovo modo di connettersi e interagire.

Abbiamo gli stessi problemi nello spazio blockchain di quelli che avevamo con le prime reti Internet. Avevamo reti chiuse indipendenti che non si connettevano fra  loro. Non appena le reti Internet si sono connesse, grazie all’adozione del protocollo TCP/IP (protocollo di controllo della trasmissione/protocollo internet) come standard per consentire i flussi tra le reti,questo ha creato l’Internet che conosciamo oggi.

Oggi stiamo vivendo le stesse sfide con Blockchain. Non appena collegheremo le varie reti di Blockchain chiuse vedremo l’emergere di una nuova Blockchain internet.

È stata questa idea che ha creato la genesi della blockchain ISO Standard TC307.

Quello che abbiamo fatto in Quant è creare un sistema operativo Blockchain chiamato Overledger che stia in cima alle Blockchain esistenti e future. Il sistema consente di raggiungere e scrivere dati tra le varie Blockchain rispettando le regole di ogni Blockchain, come il consenso.

Siamo entusiasti di poter modellare l’evoluzione delle due tecnologie fondamentali di IA e Blockchain e contribuire a promuovere l’innovazione per sviluppare nuovi e rivoluzionari.

Fintech (secondo Wikipedia)

Financial Technology

FinTech o fintech è la nuova tecnologia e innovazione che mira a competere con i metodi finanziari tradizionali nella fornitura di servizi finanziari.[1] L’ utilizzo degli Smartphones e delle Banche mobili e dei servizi di investimento[2] sono esempi di tecnologie volte a rendere i servizi finanziari più accessibili al grande pubblico. Le società di tecnologia finanziaria consistono sia di startups sia di società finanziarie e tecnologiche che cercano di sostituire o migliorare l’utilizzo delle società finanziarie esistenti.

Definizione

Dopo aver esaminato più di 200 articoli scientifici citando il termine “fintech”, lo studio scientifico più completo sulla definizione di fintech conclude che “la fintech è un nuovo settore finanziario che applica la tecnologia per migliorare le attività finanziarie”. [3]

FinTech sono le nuove applicazioni, i processi, i prodotti o i modelli di business nell’industria dei servizi finanziari, composti da uno o più servizi finanziari complementari e forniti come un processo end-to-end attraverso Internet [2].

Key areas

La tecnologia finanziaria è stata utilizzata per automatizzare le assicurazioni, la negoziazione e la gestione dei rischi .[4]   I servizi possono provenire da vari provider di indipendenti tra cui almeno una banca autorizzata o un assicuratore. L’interconnessione è abilitata tramite API aperte e supportata da normative come la Direttiva per i servizi di pagamento [5].

L’ investimento globale nella tecnologia finanziaria è aumentato di dodici volte da 930 milioni di dollari nel 2008 a oltre 12 miliardi di dollari nel 2014. .[6] Secondo l’ufficio del Sindaco di Londra , l’industria della tecnologia finanziaria nascente ha registrato una crescita rapida negli ultimi anni. Il quaranta per cento della forza lavoro di City di Londra è impiegato nei servizi finanziari e tecnologici .[7]

In Europa, nel 2014, sono state investiti 1,5 miliardi di dollari in società di tecnologia finanziaria, con aziende di Londra che hanno ricevuto 539 milioni di dollari, società con sede a Amsterdam con 306 milioni di dollari e società con sede a Stoccolma che hanno ricevuto 266 milioni di dollari di investimenti. Dopo Londra, Stoccolma è la seconda città più finanziata in Europa negli ultimi 10 anni. Le offerte FinTech Europee hanno raggiunto un livello negli ultimi 5 quadrimestri, in aumento da 37 nel Q4 2015 a 47 nel Q1 del 2016.[8][9]

Nella regione Area del Pacifico, la crescita ha visto aprire un nuovo centro tecnologico finanziario a Sydney nell’aprile 2015. [10]  Secondo KPMG, il settore dei servizi finanziari di Sydney nel 2017 ha creato il 9% del PIL nazionale ed è più grande del settore dei servizi finanziari in Hong Kong o Singapore.[11] Un laboratorio di innovazione tecnologica finanziaria è stato lanciato a Hong Kong nel 2015[12] come pure L’Autorità monetaria di Singapore ha lanciato un’iniziativa denominata Fintech e Information Group per attirare start-up provenienti da tutto il mondo e si è impegnato a spendere 225 milioni di dollari nel settore fintech nei prossimi cinque anni .[13]

 

2016 fin_invest

Premi e Riconoscimenti

La rivista finanziaria Forbes ha creato un elenco dei principali innovatori della tecnologia finanziaria per la sua global Fintech 50 di Forbes 2016.[14]

Un rapporto pubblicato nel febbraio 2016 da parte dell’ EY commissionato dal UK Treasury ha confrontato sette principali hub FinTech e ha classificato la California al primo posto per “talento” e “capitale”, il Regno Unito per la “politica governativa” e la città di New York per la domanda.’.[15]

Outlook

La finanza è considerata come una delle industrie più vulnerabili alle perturbazioni del software perché i servizi finanziari, come l’ editoria, sono fatti di informazioni piuttosto che di beni concreti. In particolare  le blockchains hanno la possibilità di ridurre i costi di transazione in un sistema finanziario.[16] Mentre la finanza è stata schermata fino ad ora dalla normativa e ha resistito al boom delle Dot-Com senza grandi ripercussioni, una nuova ondata di start-up sta sempre più “disaggregando” le banche globali [17]. Tuttavia, l’attuazione aggressiva della legge sul segreto bancario  e dei regolamenti di trasmissione di denaro rappresentano una minaccia continua per le società di FinTech .[18]

Oltre ai concorrenti consolidati, le aziende di FinTech spesso si trovano ad affrontare le perplessità sollevate dagli Enti regolatori finanziari come le banche emittenti e il governo federale. [19]

La sicurezza dei dati è un’altra questione che preoccupa i regolatori  per la minaccia di hacking  e la necessità di proteggere i dati sensibili dei consumatori e delle imprese.[20][21] Le aziende globali leader di Fintech si stanno trasformando in modo proattivo verso la tecnologia cloud per soddisfare sempre più severe norme di conformità.

La Federal Trade Commission fornisce risorse gratuite per le imprese di tutte le dimensioni per soddisfare i loro obblighi giuridici di protezione dei dati sensibili [23]. Molte iniziative private suggeriscono che avere più livelli di difesa possa contribuire a isolare e garantire i dati finanziari .[24]

Ogni violazione dei dati, non importa quanto piccola, può comportare una responsabilità diretta verso una società (vedere la legge Gramm–Leach–Bliley Act)[25] e rovinare la reputazione di una società FinTech.[26]

Il settore finanziario online è anche un obiettivo crescente dei DDS  distributed denial of service attacchi mirati con  fini di estorsione.[27][28]

Il Marketing è un’altra sfida per la maggior parte delle aziende FinTech in quanto sono spesso anticipate da rivali più grandi che possono spendere molto di più.[29]

Questa sfida sulla sicurezza deve essere affrontata anche da società bancarie storiche in quanto offrono servizi basati su Internet.[30]

 

 

Considerazioni per il WP


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Staff writer per il BitcoinMagazine, dal quale ho preso molti spunti, mi ha suggerito di scrivere una road map per arrivare a determinare come fare il  nostro WP e inoltre una analisi delle cose dette da ConsenSys, Galia Benartzi (co-founder of Bancor Protocol),Matt Liston (CSO at Gnosis) and Piotr Janiuk (co-founder and CTO of the Golem Project) mi hanno completato il panorama. Tra l’altro, sarà una buona cosa inserirsi in uno o più dei gruppi che stanno curando la propagazione delle idee di base della blockchain e delle cryptomonete in modo da seguire da vicino gli sviluppi futuri e soprattutto verificare anche la possibilità di collaborare.

Come lanciaremo il nostro  Token

Fase 1: Determinare se il modello  “Token” si adatta alla nostra azienda

Dobbiamo Immaginare l’intero processo all’indietro: In quale Layer della tecnologia vogliamo collocare il progetto: applicazione, piattaforma o protocollo? Prima dobbiamo verificare l’applicabilità del concetto di decentralizzazione  e successivamente capire se è veramente necessario un “Token”.

I Criteri:

  • Il progetto è basato su un modello decentrato? In caso contrario, il finanziamento azionario è un’opzione valida – non è necessario il Token.
  • Qual è l’utilità del Token all’interno della rete? Come sono i clienti coinvolti nella rete? Ad esempio, è il Token che agevola e incentiva la collaborazione tra la comunità della rete? Se è così, i Token (simili alle azioni e al patrimonio di una società normale) sono un ottimo modo per distribuire la partecipazione tra le parti interessate.

I Token funzionano meglio quando alimentano gli effetti della rete intorno alle idee – quando ci sono benefici per essere un utilizzatore iniziale o uno stakeholder precoce.

Fase 2: trovare assistenza legale forte e un ambiente regolamentare favorevole (la Svizzera è perfetta, ma anche Malta potrebbe essere un luogo ideale essendo in Europa ma godendo di una tassazuione agevolata)

La regolamentazione nello spazio cryptocurrency è nella sua infanzia e varia notevolmente in tutto il mondo, in Italia prima che venga digerita passeranno anni.

I Criteri:

  • Trovare un advisor competente con una comprensione dello spazio che si può dare ai parametri di rischio. È importante minimizzare ogni rischio per il progetto. KPMG, per come ha presentato il progetto Eidoo mi sembra debba essere contattata per capire come potrebbe intervenire. Vale la pena anche di contattare la PWC che sta anche lei operando attivamente (abbiamo già il contatto).
  • La Svizzera o meglio dire il Ticino, a parte che è il luogo nei quali siamo presenti tutti ha già definito i confini chiari (vedi FINMA) e ha una mentalità molto aperta.

Sebbene le Blockchain e la criptavalute promettano una innovazione decentralizzata a tutte le industrie, l’anarchia sarebbe sfavorevole a tutti. Tutte le società dovranno rispettare la legge.

Fase 3: Lavorare sulla fase prototipale

Dobbiamo creare il nostro WP (white paper), verificare il concetto sul testnet e provarlo.

I Criteri:

  • White Paper: descrivere la rete, il protocollo e il modello. Il nostro WP dovrebbe esaltare il giusto equilibrio tra essere “software”  e “marketing”. L’obiettivo è far capire bene ai nostri futuri utenti e agli stakeholders ciò che la rete dovrà fare.
  • Dobbiamo dimostrare che il concetto del nostro progetto funziona ed pubblicare il codice sorgente. Andiamo ad operare in un mondo Open Source e quindi tutto dovrebbe essere  trasparente al pubblico al 100%.
  • La sfiducia (la fiducia viene forzata attraverso il codice) e le reti trasparenti sono fondamentali per il successo a lungo termine. Dovremo proteggere e convalidare i dati ricompensando gli “oracoli”, cioè le persone di riferimento che forniranno risposte affidabili e che dovranno convalidare che gli eventi dichiarati siano accaduti effettivamente. Sul lato opposto,  dovremo difenderci da chi potrebbe tentare di “falsificare” i dati in rete.

La fiducia e la trasparenza sono fondamentali al successo del funding della nostro progetto.

Fase 4: connettersi alla comunità

Creare interesse per il nostro Token e impostare le basi per un forte supporto da parte della comunità prima del lancio finale del token al pubblico sarà fondamentale. Gli amici di EIDOO hanno diverse persone che vivono praticamente on line!!!

I Criteri:

  • Dovremo sviluppare una strategia di relazione con il pubblico. e più informazioni possibili. Dovremo pubblicare video, creare eventi, ecc. Questo processo sarà molto estenuante, ma è necessario per stabilire una presenza globale, creare interesse e rispondere alle domande sul campo.
  • Dovremo essere preparati  a lavorare in un un ambiente veloce. La comunicazione crea autenticità e credibilità con i sostenitori di tutto il mondo.
  • Dovremo accettare ed ascoltare i vari punti di vista e le criticheE dato che i processi di generazione di un Token consentono metodi di finanziamento decentralizzati, le verifiche preventive dovranno essere decentrate per adattarsi.

I processi di generazione di un Token sono complicati e non funzionano per ogni tipo di attività. In ogni caso permettono un nuovo sviluppo della economia: il capitale di rischio senza licenza.

Link per approfondire:

Una serie di moduli da utilizzare per lo sviluppo

Il più importante gruppo di sviluppatori Ethereum

https://ethereum.org/

per i più curiosi …come assemblare un nodo di una Blockchain